Economia Messicana

Il Messico ha un’economia di libero mercato, e fa parte dei paesi con un reddito medio-alto. È all’11º posto fra le più grandi economie del pianeta in termini di prodotto interno lordo misurato a parità di potere d’acquisto.

Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, il Messico nel 2007 possedeva il secondo reddito pro capite più elevato fra i paesi dell’America Latina in termini nominali a 9.716 $, e il più alto in termini di parità di potere d’acquisto, a 14.119 $.                             Dopo la crisi economica del 1994, il Messico ha intrapreso una notevole fase di recupero, modernizzando e diversificando la propria economia. Le recenti amministrazioni hanno anche permesso un miglioramento delle infrastrutture e l’apertura alla concorrenza in settori quali quello portuale, ferroviario, delle telecomunicazioni, dell’energia elettrica, della distribuzione di gas naturale e degli aeroporti. La più grande fonte di reddito messicano è ilpetrolio.Secondo la Goldman Sachs, nel 2050 le cinque più grandi economie del pianeta saranno quella di CinaStati UnitiIndiaBrasile e Messico. Il Messico è il più grande produttore di autovetture del Nord America, avendo superato Canada e Stati Uniti.

Secondo il direttore per il Messico presso la Banca mondiale, la popolazione in condizioni di povertà è diminuita dal 24,2% al 17,6% tra il 2000 e il 2004, passando dal 42% al 27,9% nelle zone rurali nello stesso periodo.Tuttavia la disparità di reddito rimane un problema, ed enormi divari restano non solo tra ricchi e poveri, ma anche tra il nord e il sud del paese, e tra zone urbane e rurali; sono in esecuzione misure di contrasto alla povertà, ad esempio con il programma Probecat riservato ai disoccupati. I netti contrasti in termini di reddito e di sviluppo umano sono altresì un grave problema messicano. Nel 2004 l’indice di sviluppo umano adottato delle Nazioni Unite registrato nel Benito Juárez, un distretto di Città del Messico, e San Pedro Garza Garcia, nello Stato diNuevo León, riportava un livello simile a quello registrato in Germania e Nuova Zelanda in termini di sviluppo economico, educativo e di aspettativa di vita.

La crescita media annua del PIL per il periodo 19952002 è stato del 5,1%. L’inflazione ha raggiunto il livello più basso attestandosi al 3,3% nel 2005, e i tassi di interesse bassi hanno spinto il credito al consumo nella classe media. Il Messico ha sperimentato all’inizio del XXI secolo un periodo di stabilità monetaria: il deficit di bilancio è stato ulteriormente ridotto e il debito estero si è attestato a meno del 20% del PIL.

Le rimesse da cittadini messicani che lavorano negli Stati Uniti hanno raggiunto i 20 miliardi di dollari nel 2004 ed è la settima più grande fonte di reddito estero, dopo petrolio, esportazioni industriali, manufatti, elettronica, industria automobilistica e alimentare.              Nel 2008 sono stati inviati in Messico 67,5 miliardi di dollari dagli emigranti negli Stati Uniti.

Circa il 90% del commercio messicano è stato messo sotto accordi di libero scambio con oltre 40 paesi, di cui il North American Free Trade Agreement (NAFTA) resta la più significativa. Quasi il 90% delle esportazioni messicane prendono la strada degli Stati Uniti e del Canada, e quasi il 65% delle importazioni provengono da questi due paesi.             Altri importanti accordi commerciali sono stati firmati con l’Unione europea, il GiapponeIsraele e diversi paesi dell’Europa centrale e del Sud America. Il Messico è diventato un attore importante nel commercio internazionale, tanto che se misurato in dollari il valore delle esportazioni messicane sarebbe il 15º al mondo, e il 10º se l’Unione europea venisse trattata come una singola entità statale, pari circa al totale delle esportazioni di tutti i membri del Mercosur considerati insieme, Venezuela compreso.